Segesta Sicilia - Guida Turistica

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.: SEGESTA SICILIA
 Segesta è una città storica non più abitata, fondata dagli Elimi e situata nella parte nord-occidentale della Sicilia. La vecchia città sorge sul monte Bàrbaro, nel comune di Calatafimi-Segesta, a una decina di chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. Di particolare bellezza sono il tempio, in stile dorico, e il teatro, in parte scavato nella roccia della collina. La data della fondazione non è conosciuta, ma da documenti risulta che la città era abitata nel IV secolo a.C.. Lo storico greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono Segesta ed Erice. Questi profughi presero il nome di Elimi. Secondo il mito (ripreso in parte da Virgilio nell'Eneide), Segesta sarebbe stata fondata da Aceste (di cui fu il primo re), figlio della nobile troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso.
  Da sempre Segesta e Selinunte, la città greca confinante, furono in guerra fra loro per motivi di confine. Le prime guerre scoppiarono nel 580 a.C., quindi nel 414 a.C., quando Segesta chiese aiuto ad Atene. Gli scontri si conclusero nel 409 a.C., quando Selinunte fu distrutta da parte dei cartaginesi, alleati dei segestano. Nel 307 a.C. Segesta fu distrutta dal siracusano Agàtocle. Nel 276 a.C. la città fu alleata di Pirro, ma cambiò fronte nel 260 a.C. quando si arrese ai Romani. I Romani non distrussero Segesta, perché entrambe le città avevano origini comuni, discendendo dai rifugiati di Troia. Le fu quindi garantito lo stato di città libera, con esenzione dalle imposizione di tribute dovute invece dalle altre città siciliane (civitas libera ac immunis).
  Segesta fu distrutta dai Vandali nel V secolo, e mai più ricostruita nelle dimensioni del periodo precedente. Ciononostante, vi rimase un piccolo insediamento e, dopo la cacciata degli Arabi, i Normanni vi costruirono un castello. Questo, ampliato in epoca sveva, fu il centro di un borgo medievale. Se ne perse poi quasi il nome fino al 1574, quando lo storico domenicano Tommaso Fazello, artefice dell'identificazione di moltissime città antiche della Sicilia, ne localizzò il sito.